Perché esiste la paura dell’amore.



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La nostra società impone riti sociali ben definiti. La nostra cultura tramanda da secoli e millenni un codice di condotta, che va delineandosi sempre più. Impariamo ad amare. Impariamo a conoscerci. Chi più, chi meno. Tutti al loro tempo avranno modo di sperimentare l’arcobaleno umano delle emozioni.

Ogni individuo ha un suo Io. Ogni essere umano ha una bussola interna, sempre puntata verso ciò che vogliamo. E verso ciò che siamo. Non possiamo, né vogliamo, andare contro noi stessi. Eppure a volte il nostro timoniere dirotta la rotta, e ci ritroviamo nelle acque agitate di tutto ciò che ci è sconosciuto. Ci sentiamo persi. Ci sentiamo senza Guida. Ecco che ogni passo diventa, allora, un problema insormontabile. Ogni passo, una scelta tra la vita e la morte.

Sopravvivere nella giungla sociale: liberi da trappole e trabocchetti.

La libertà di amare è ciò che ci definisce. Siamo ciò che amiamo: facciamo ciò che ci piace; sacrificheremmo noi stessi per proteggere ciò che riteniamo importante; siamo il simulacro di tutto ciò che per noi ci spinge a emergere come individui sempre più responsabili, più forti e più determinati. Questa è la forza di amare.

Come può fare chi ha perso il proprio coraggio? Come rimettersi addosso l’armatura della responsabilità, quando la sentiamo bucherellata ad ogni dove. Non si può. Non subito. Ma mai demordere: si torna in fucina; si torna a far allenamento; si torna ad addestrarci; ci conquistiamo i nostri spazi a suon di tecniche. Possiamo farcela. Con l’aiuto di chi è venuto prima di noi, possiamo farcela.

Grazie alle conoscenze delle persone che abbiamo intorno, abbiamo una possibilità. Ma a volte, anche il più affollato centro urbano può essere privo di guerrieri validi contro il più grande dei nemici. E non sempre chi vuole combattere ci crede. In troppi si arrendono, abbassano le proprie speranze. Si nascondono. Trovano rifugio nella paura dell’amore.

La nostra mente è come una grotta in questi casi. Trovare la via d’uscita è possibile solo se cominciamo a fidarci dei nostri istinti. Fidarsi dei nostri sensi: di ciò che vedo, di ciò che sento, di ciò che mi dice che la via giusta è di là, e non qua. Qua è il posto non bisogna stare, mai. O si migliora, o si sta lentamente aspettando il degrado.

Lo vediamo nella società. Lo vediamo nelle persone che hanno perso ogni interesse nell’altro. Nello sguardo di chiunque cambia canale quando una tragedia si è consumata solo per puro dilemma economico: per il vuoto dei soldi, che non sono altro che un invenzione umana. Aria.

Così ogni giorno ripiomba e risuona come una grande occasione. Ogni volta. Ogni occasione è buona per dire la nostra, osare. Ma non sempre è così facile, giusto? Non sempre le cose ci sembrano alla nostra portata. D’un tratto, non ci domandiamo più sull’efficienza dell’arma: non è un problema della freccia o dell’arco. Forse siamo noi. L’illusione si allarga: diventiamo deboli di fronte alla nostra sfiducia, ceca mietitrice della nostra speranza. Non può andar bene. Non può riuscirci. Non sa più ricordare chi è. E credere al vero e al falso.

L’individuo che comprende la propria fobia è diverso. Chi sa ascoltare ciò che le parole non dicono, sa che le salite si scalano, e le valli si domano. Capisce che non tutto è perduto. Che è in minoranza. Che serve il furore. Che serve la propria passione. Che serve combattere.

Un guerriero in tempo di pace non si disarma mai. Lucida la propria armatura. Prepara le proprie vettovaglie. Si rimette in ordine, perché non si sa mai quando il male può bussare alle proprie porte. Piano, si cresce. Tutti cresciamo. Tutti impariamo a lucidare la nostra armatura, e a rifare il filo. La nostra mente si allena. Si pone obbiettivi, si pone delle regole. Non più la sofferenza, non più la sottomissione alle ingiustizie. Né dell’uomo, né di Dio. Il vero guerriero diventa padrone di se stesso.

Il campo di battaglia è ovunque. Il campo di battaglia sono le tue relazioni. I tuoi amici, e le persone che hai intorno. Ma quando il dubbio è represso, e quando tutto sembra andare per bene, a volte il dubbio cambia forma, e tenta altri attacchi. Si maschera: diventa il pensiero di un tradimento; di un attacco alle spalle; di una sofferenza diversa.

Si può contrastare ogni disagio, ma serve accortezza. Quando si affronta la paura di amare ci dobbiamo rendere conto se vogliamo davvero aver paura dell’amore. Ad un certo punto diventa chiaro: è una nostra scelta. La scelta di difendersi contro ogni pericolo, oppure la scelta di mettersi spavaldi sul campo di battaglia, allargando le braccia in un esplosione di sussulto. Per amare, bisogna crederci. Credi nell’amore. Credi in te stesso. La paura è solo l’ombra di un tramonto che allunga le forme. L’ardore di chi ama è invece tale da bruciare qualsiasi cosa ne ostacola il passaggio. Chi ama è armato.

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